Le dichiarazioni emerse durante la discussione sulle “norme straordinarie in materia di Consorzi di bonifica commissariati” nell’ambito della IV Commissione, meritano un approfondimento per fornire all’opinione pubblica la base per comprendere perché il Consorzio per la bonifica della Capitanata si differenzia dagli altri consorzi commissariati e perché ha il diritto di rimanere in bonis. La deriva dei Consorzi prende avvio con la mancata riscossione degli oneri di contribuenza, dall’art. 16 della L.R. 4/2003, il quale in buona sostanza imponeva alle amministrazioni consortili di approntare nuovi piani di classifica, in modo da rapportare gli oneri di contribuenza agli effettivi benefici derivanti dalle opere pubbliche di bonifica e, nel contempo, sospendeva le iscrizioni a ruolo operate per le annualità 2000, 2001, 2002, in considerazione degli eventi calamitosi verificatisi in quegli anni. Prontamente il Consorzio per la bonifica di Capitanata ha riaggiornato il proprio Piano di Classifica ed ha cercato di recuperare il gap dovuto all’estensione del patto di stabilità interno agli enti strumentali.

Se i due Consorzi foggiani hanno dimostrato nel tempo una buona gestione lo si deve sia all’amministrazione oculata dell’Ente sia ad una presa di coscienza collettiva dei consorziati che a fronte di un servizio ottenuto hanno onorato il pagamento dei contributi con una percentuale che all’attualità supera il 93% con avviso di pagamento bonario. Una dimostrazione di cura e attenzione al territorio e una tenacia indiscutibile degli agricoltori che in Capitanata sono convinti che agricoltura significa disponibilità di acqua e la quasi totalità della risorsa viene distribuita dal Consorzio per la bonifica della Capitanata. Si tratta di una superficie attrezzata all’irrigazione di 150.000 ettari di cui 110.000 circa nel comprensorio del Fortore e 40.000 in quello della Sinistra Ofanto e una superficie consorziata di 440.000 ettari che vengono seguiti attentamente e monitorati nel delicato equilibrio idraulico da una forza lavoro che nel tempo, a causa di una politica di restrizione delle spese, è diminuita in modo consistente portandosi da 570 unità complessive nel 2008 a 485 unità nel 2016, 75 delle quali sono operai avventizi assunti nei periodi di fabbisogno.

E sul fronte del contenimento delle spese che il Consorzio di Capitanata continua a impegnarsi senza tregua, ciò si evidenzia nei bilanci resi pubblici e nell’attenzione dell’amministrazione in carica la cui operatività è resa più snella dall’attuazione delle norme contenute nella legge regionale 4/2012 (riforma dei consorzi). Quindi non solo peculiarità e caratteristiche diverse ma anche un legame alla storia del suo territorio che è espressione della capacità dei consorziati di fare impresa. Il Consorzio in Capitanata è stato protagonista sia nell’individuazione dei fabbisogni legati al reperimento - regolazione e uso dell’acqua -, sia nel soddisfacimento di questi bisogni e si è assunto onere e responsabilità di garantire l’interesse pubblico ancor prima di quello individuale. Ed in questo assunto hanno avuto ed hanno un ruolo determinante le Organizzazioni Professionali di Categoria che hanno, tra l’altro, contribuito alla crescita del territorio e degli stessi Enti consortili.

Quella di Capitanata è una situazione completamente diversa che ha una storia differente anche se ha una origine comune, quindi non si capisce perché i due consorzi foggiani debbano essere coinvolti in una ristrutturazione che evidentemente non li riguarda e che li porrebbe a forte rischio di perdere l’equilibrio che nel tempo si sono guadagnati “sul campo” e l’efficienza delle infrastrutturazioni irrigue che gestiscono legata al Know-how del personale dei Consorzi stessi.

Sulla scia delle ultime notizie il timore del Consorzio per la bonifica della Capitanata è quello che, nel lungo periodo, la gestione delle dighe tra cui il grande serbatoio di Occhito, che rappresenta una risorsa irrinunciabile per l’agricoltura e l’economia di Capitanata, possa essere sottratta al Consorzio e gestita secondo parametri diversi da quelli attuali.