Nonostante l’impegno degli agricoltori per un più cauto uso di sostanze chimiche in agricoltura (le vendite di prodotti fitosanitari sono scese nel 2014 a circa 130.000 tonnellate, cioè -12% rispetto al 2001; contestualmente si è ridotto del 30,9% l’utilizzo di prodotti molto tossici e tossici), aumenta la presenza di pesticidi sia nelle acque superficiali (+20% ca.), sia nelle nelle acque sotterranee (+10% ca.): lo dice il Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque 2016, diffuso dall’ISPRA. Il fenomeno si spiega, in parte, col ritardo con cui, soprattutto al Centro – Sud Italia, emergono contaminazioni prima non rilevate ed in parte con dinamiche idrologiche molto lente, specialmente nelle acque sotterranee, che possono determinare un accumulo di inquinanti.

“Di fronte a questi dati – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – emerge importante l’azione di fitodepurazione, svolta dai bacini di lagunaggio gestiti dai Consorzi di bonifica; a ciò si aggiunge l’azione di lotta biologica ad agenti naturali, attuata dagli stessi enti consortili.

L’ esperienza più importante di fitodepurazione è quella attuata per il disinquinamento del bacino scolante nella laguna di Venezia dove, nell’ambito del Piano Direttore, sono state realizzate aree, in cui il fluire delle acque è rallentato per permettere a canne ed alberi, appositamente plantumati, di assorbirne i nutrienti inquinanti, rilasciandoli poi in atmosfera ed abbattendone così la quantità presente nelle risorse idriche. In Toscana è altresì, in fase di realizzazione, la più grande area di fitodepurazione europea (San Niccolò, in comune di Vecchiano).

Sempre in Toscana (dalla Versilia al Grossetano) sono state positivamente sperimentate tecniche naturali per contrastare la diffusione delle zanzare: per combatterle è stata incentivata la reintroduzione dei pipistrelli (ne sono predatori) nell’habitat locale, così come la presenza di tinche (si nutrono delle larve del fastidioso insetto) nella rete idraulica minore.

Un’altra interessante esperienza arriva in questi giorni dalla Puglia, dove sono stati liberati nei castagneti garganici 1800 esemplari di “torymus sinensis kamijo”, l’insetto antagonista del “cinipide galligeno” del castagno; l’attività di diffusione è stata eseguita sui siti già segnalati nello scorso anno a seguito dell'attività di monitoraggio curato sin dal 2011 dai tecnici del Consorzio di bonifica montana del Gargano e della Regione Puglia. Questa importante attività di lotta biologica, condotta secondo le linee guida del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, interamente autofinanziata dall’ente consortile, è finalizzata a contrastare la diffusione del temibile parassita considerato, a livello mondiale, l’insetto più nocivo per la sua capacità di portare, ad un veloce deperimento, le piante di castagno attaccate.

“Questo nostro servizio – rende noto il Presidente del Consorzio di bonifica montana del Gargano, Eligio G.B. Terrenzio – rappresenta una concreta risposta a problematiche peculiari delle aree più interne, nelle quali la lotta biologica costituisce strumento imprescindibile per attuare strategie di difesa colturale nel rispetto dell’ambiente ed in particolare dell’ecosistema agroforestale.”

“Sono queste – conclude il Presidente ANBI – ulteriori testimonianze di quella quotidiana ricerca applicata, che oggi fa dei Consorzi di bonifica, un’esperienza leader nell’applicazione delle più moderne tecniche di ingegneria naturalistica ed ambientale.”