“Non abbiamo mai avuto dubbi di avere la Chiesa al nostro fianco nelle battaglie per la tutela e la migliore gestione della risorsa idrica, ora ciò avviene anche sul piano dottrinale.”

E’ questo il primo commento di Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio e Acque Irrigue alla diffusione dell’enciclica papale “Laudato si”.

“Pur in un’ottica planetaria – prosegue Vincenzi - affermazioni come l’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani ci confortano nelle nostre scelte così come leggere Gli impatti ambientali potrebbero colpire miliardi di persone, e d’altra parte è prevedibile che il controllo dell’acqua da parte di grandi imprese mondiali si trasformi in una delle principali fonti di conflitto di questo secolo ci confermano purtroppo nelle preoccupazioni. Il persistente richiamo all’Uomo sulle responsabilità verso la Terra – conclude il Presidente ANBI - pone al centro del dibattito il responsabile principio della sussidiarietà, di cui i Consorzi di bonifica sono esempio concreto.”

 

 

“Finalmente il servizio pubblico si avvicina con taglio televisivo moderno al mondo della Bonifica, asse portante del sistema idrico italiano. Non solo l’agricoltura di pregio, ma l’ambiente più in generale dipende dall’attività dei nostri consorzi”: questo l’orgoglioso commento del Presidente ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue), Francesco Vincenzi, alla presentazione ufficiale, nell’ambito di Expo Milano, della serie televisiva Experia ideata e condotta dal regista e videomaker, Guido Morandini per RAI Expo; si tratta di 12 documentari (durata: 28’ ciascuno), che rappresentano altrettante tappe nell’Italia al tempo dell’Esposizione Universale 2015.

E’ un prodotto televisivo crossmediale che, dopo l’emissione su RAI 2 (ore 23.55, a partire da venerdì 12 Giugno prossimo), sarà disponibile sulla piattaforma di RAI Expo. Almeno 4 sono i video, in cui sono protagonisti i consorzi di bonifica: “Terre d’Acque –Il canale Cavour e il riso” (Associazione Irrigazione Ovest Sesia con sede a Vercelli); “Un Po a sud – Il Canale Emiliano Romagnolo e i suoi frutti” (Consorzio di 2° grado C.E.R. con sede a Bologna); ”Sole, sale, Sele” (Consorzi di bonifica “Capitanata” con sede a Foggia e “Destra Sele” con sede a Salerno); “Venezia/Milano – Dall’Arsenale alla Darsena (Consorzi di bonifica “Chiese” con sede a Calcinato nel bresciano; “Est Ticino Villoresi” con sede a Milano e “Veronese” con sede nella città scaligera).

“Le telecamere di Experia – conclude il Presidente ANBI – hanno superato l’immagine storica della Bonifica per presentarne gli aspetti moderni e quotidiani attraverso le testimonianze di operatori consorziali, ma anche degli abitanti di aree, che devono la loro  esistenza all’attività dei consorzi. Ne esce l’immagine di un’ “Italia che non si arrende”, conscia che la valorizzazione del territorio e delle sue eccellenze sia strada imprescindibile per la ripresa dell’economia italiana.

Scaramuzzi Accademia dei Georgofili

Da oggi si scrive ANBI, ma si legge Associazione Nazionale Consorzi per la Tutela e la Gestione del Territorio e delle Acque Irrigue: è questa la nuova immagine dell’organismo, cui fanno riferimento i circa 120 consorzi di bonifica, operanti in Italia ed il cui logo è stato presentato a Roma.

“Avevamo necessità di trasmettere all’opinione pubblica, fin dal logo, la nostra mission. Pur non rinnegando il significato dell’originario bonum facere, il termine bonifica ha però assunto oggi un’accezione spesso diversa da ciò che noi quotidianamente facciamo. Da qui, la necessità di una rivisitazione dell’immagine, che coinvolge pienamente anche la nostra comunicazione” spiega il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi.

La nuova politica comunicativa dell’associazione va “in rete” in concomitanza con l’Expo, dove anche ANBI è presente con il sistema irriguo “esperto” Irriframe ed il progetto “La civiltà dell’acqua in Lombardia”, mirato a fare inserire il paesaggio irriguo lombardo nel patrimonio Unesco.

A Milano sarà anche attiva l’app Irrivoice, evoluzione del sistema Irriframe, che si annuncia come autentica novità “made in Italy” presente all’esposizione universale, alla cui carta d’intenti ha aderito anche ANBI.

“Condividiamo pienamente lo spirito della Carta di Milano – precisa Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – In tale quadro si inserisce a buon titolo Irriframe, tecnologia ricca di etica, che ha già suscitato l’interesse sia dell’Unione Europea che di numerosi Paesi dell’area mediterranea.”

La nuova comunicazione ANBI verte attorno al portale (www.anbi.it) e dal quale, tra l’altro, si può accedere al rinnovato settimanale ANBINFORMA così come al magazine “Ambienti d’Acqua”, pensato come occasione di riflessione, ricca di contributi esterni, sui temi precipui dell’attività dei consorzi di bonifica: difesa idrogeologica, gestione e tutela delle acque a prevalente uso irriguo, salvaguardia ambientale, energie rinnovabili.

All’orizzonte, ANBI annuncia anche la Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione 2015, che si terrà in tutta Italia dal 16 al 24 Maggio prossimi; con lo slogan “La Terra nutre, l’Uomo la divora” saranno centinaia gli eventi disseminati lungo la Penisola per far conoscere, in maniera informale, l’attività dei consorzi. Come tradizione, saranno due i momenti salienti del cartellone: l’attenzione verso le scuole con le conclusioni dei percorsi didattici, iniziati ad inizio anno scolastico e l’apertura al pubblico, grazie a visite guidate nei due fine settimana, delle “cattedrali dell’acqua”, vale a dire i grandi impianti idraulici.

Consorzio di Bonifica

ALLA VIGILIA DI EXPO,

AFFOSSATO IL PIANO IRRIGUO NAZIONALE.

 

LA POLITICA SCELGA

QUALE MODELLO DI SVILUPPO DARE AL PAESE”

“Nel mentre stiamo a discutere fra esperti, nelle stanze della politica si celebra la morte del Piano Irriguo Nazionale, che prevedeva investimenti per almeno 300 milioni di euro : i Piani di Sviluppo Rurale sono bloccati dalla condizionalità, giacché l’Italia sta disattendendo, così si sostiene a Bruxelles, quanto previsto dalla Direttiva Europea sulle Acque.”

Ad evidenziarlo con forza è Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.), intervenendo a Roma ad un convegno dell’Associazione Geotecnica Italiana.

“Di fronte a tale evenienza rischia di prevalere rabbia e contestazione, ancor di più in quanto oggi abbiamo un esempio da seguire ed è quello del contrasto al dissesto idrogeologico del Paese, cui la Struttura di Missione #italiasicura sta dando risposte. La politica – conclude Gargano – deve avere chiaro quale modello di sviluppo dare al Paese, perché è ancora troppo tentata dalla logica del cemento, del divieto di balneazione, dello stato di calamità, in inverno per la troppa acqua ed in estate per la siccità. E’ tempo di scelte coraggiose, moderne, consapevoli.

Il territorio italiano con i suoi giacimenti di valori è pronto a dare il suo contributo a patto che atteggiamenti del passato vengano definitivamente accantonati”.

repubblica 22 marzo 2015

“ARRIVA LA PRIMAVERA: TANTE INIZIATIVE DI RIFLESSIONE SULLA FRAGILE ITALIA DA VALORIZZARE”

In questo fine settimana, per iniziativa del F.A.I. (Fondo Ambiente Italiano), molti siti di pregio saranno aperti al pubblico per favorirne la “riscoperta”.

A.N.B.I. ricorda che, secondo recenti dati I.S.P.R.A. (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) – I.S.R.C. (Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro), in Italia sono ben 14.000 i beni culturali a rischio frane e 28.483 quelli a rischio alluvione. Nella città di Roma, a rischio idraulico ci sono 2.204 capolavori d’arte e l’intero centro storico (Piazza Navona, Piazza del Popolo, Pantheon); nel comune di Firenze, i beni culturali esposti a rischio idraulico risultano essere 1.145, tra cui la Basilica di Santa Croce, la Biblioteca Nazionale, il Battistero e la Cattedrale di Santa Maria del Fiore.

Numerosi sono anche i borghi storici a rischio dissesto idrogeologico come Volterra (Pisa), Civita di Bagnoregio (Viterbo), Certaldo (Firenze).

A ciò vanno aggiunte 6.251 scuole e 547 strutture sanitarie, ubicate in zone ad alto rischio idrogeologico. A ricordarlo è Francesco Vincenzi, Presidente A.N.B.I. (Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni), che prosegue:

“Il 21 e 22 Marzo sono due date importanti anche per il nostro mondo: il primo giorno di primavera si festeggia San Benedetto, patrono dei bonificatori; il giorno dopo è la Giornata Mondiale dell’Acqua. L’occasione deve essere foriera per una riflessione sulla centralità che la salvaguardia idrogeologica ha per il futuro del nostro Paese, il cui sviluppo economico e sociale non può prescindere dalla valorizzazione del bene territorio, la cui fragilità è però racchiusa in un dato: 5.581 comuni sono interessati da aree ad alto rischio idrogeologico, pari al 7,1% della superficie italiana. L’impegno quotidiano dei Consorzi di bonifica, in sintonia con l’azione della Struttura di Missione #italiasicura presso la Presidenza del Consiglio, è far sì che la risorsa acqua resti madre di vita contro quelle scelte umane scellerate, che troppe volte la trasformano in matrigna.”

“Per la prima volta un Governo stanzia 700 milioni contro il rischio idrogeologico: finalmente una vittoria della cultura del fare, nella quale i Consorzi di bonifica si collocano da sempre a pieno titolo”. Ad esprimersi così è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (ANBI), che prosegue: “Esprimiamo quindi grande soddisfazione per la decisione del Comitato Interministeriale per la Programmazione economica, convinti che l’immediata cantierabilità della gran parte dei progetti redatti dai Consorzi di bonifica sia un importante contributo per un Paese, questa nostra Italia, che vincerà la sfida per la crescita e lo sviluppo, per tornare a fare occupazione ed a competere nell’economia globale, con l’esaltazione dei valori del territorio, valori non clonabili, identitari, distintivi, quali quelli ambientali, paesaggistici, culturali, storici ed architettonici, ma soprattutto quelli di un primato da tutti riconosciuto che è quello del nostro straordinario agroalimentare, che per poter dispiegare tutta la sua forza ha bisogno di acqua nella giusta quantità e qualità e di un territorio sicuro non soggetto a frane e alluvioni, depositario di grandi ricchezze e valori etici ed economici”.

 

 

 

Risparmiare annualmente almeno 500 milioni di metri cubi d’acqua: è questo l’obbiettivo dichiarato anche in sede internazionale dall’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.) per il sistema irriguo Irriframe attualmente attivo in 60 Consorzi operanti su quasi il 50% della superficie irrigua nazionale (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna).

L’annuncio è stato dato a Marsiglia, in Francia, durante il Forum sull’acqua, organizzato dalla Regione Paca, presenti i rappresentanti dei Paesi euromediterranei, interessati ad una virtuosa gestione della risorsa idrica.

Ampio è stato l’interesse suscitato dal software italiano che, attraverso la combinazione di più parametri, offre il miglior consiglio irriguo all’agricoltore, permettendo un risparmio fino al 25% nel fabbisogno d’acqua (nel 2014 sono stati calcolati oltre 150.000 bilanci idrici, interessanti circa 9.000 appezzamenti di terreno ed inviati più di 30.000 sms di consiglio irriguo agli agricoltori); ne sono conseguenza le numerose richieste di missioni straniere per verificare l’applicabilità di tale tecnologia “made in Italy” in altre zone del Pianeta.

Il sistema Irriframe, che sarà tra i protagonisti di Expo 2015, è stato molto apprezzato anche dalle associazioni ecologiste presenti, perché risponde ad esigenze ambientali (preleva una quota di risorsa sostenibile e mirata a raggiungere un equilibrio ambientale tra apporti naturali ed impieghi), produttive (crea valore aggiunto alla filiera acqua, massimizzando il reddito dell'agricoltore e liberando risorse crescenti per l'impiego nei settori industriale e civile), etiche (armonizza l’irrigazione con altre pratiche colturali per fornire prodotti agricoli sempre più sani e con ridotto impiego di antiparassitari, diserbanti, concimi).

“L’impegno green dei Consorzi di bonifica italiani – commenta Anna Chiumeo, Direttore dell’Unione Regionale Bonifiche Puglia, che ha rappresentato l’ANBI al Forum di Marsiglia – è attivo anche nel campo delle energie rinnovabili attraverso l’annuale produzione idroelettrica di oltre 380 milioni di kilowattora, cui aggiungerne altri 2 milioni circa derivanti dal fotovoltaico. Non solo: sono in atto in alcuni Consorzi di bonifica, di cui uno pugliese, sperimentazioni sull’uso di materiale boschivo e fogliame, in particolare di ulivi e viti, per trasformarlo in “pellet“ o per adoperarlo nel riscaldamento di edifici pubblici. Tutto questo impegno – conclude la rappresentante A.N.B.I. - porta alla conservazione della risorsa acqua ed alla riduzione dell’inquinamento, garantendo sviluppo economico e sociale.”

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il sole 24 ore

La determinazione, con cui il Governo sta affrontando l’emergenza rischio idrogeologico, fa credere che si sia davvero voltata pagina. Ora auspichiamo che la Banca Europea per gli Investimenti anticipi i 590 milioni di euro, necessari per far partire subito il piano stralcio anti-dissesto. Sarà un importante test per la coesione unitaria della Comunità.”

Commenta così Francesco Vincenzi, Presidente A.N.B.I., la presentazione dei 69 interventi urgenti sulle grandi aree urbane, illustrati presso il Ministero dell’Ambiente.

“Un altro aspetto ci fa ben sperare: l’aver sposato il metodo, che A.N.B.I. ha fatto proprio da anni, cioè quello della esecutività dei progetti. I Consorzi di bonifica, la cui professionalità è stata riconosciuta anche in questi giorni d’emergenza, ne hanno circa 3.300 pronti, i cui cantieri potrebbero essere aperti subito. Lo diciamo da sempre: la soluzione ai problemi idrogeologici non è solo questione di soldi, ma prioritariamente di volontà politica. Grazie alla Struttura di Missione #italiasicura si apre una pagina nuova, nella quale i Consorzi di bonifica ci sono a pieno titolo.”

“E’ la Struttura di Missione contro il Rischio Idrogeologico, cui partecipa anche l’ANBI, il luogo deputato quale cabina di regia per la programmazione degli interventi a salvaguardia del territorio, cui saranno destinati circa 3 miliardi di euro entro il 2015. Al proposito serve un monitoraggio costante sull’andamento dei cantieri, perché non è tollerabile restituire a Bruxelles risorse comunitarie, perchè non spese.”

Lo afferma Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.) a margine di un incontro svoltosi a Firenze.

“E’ necessario inoltre – prosegue Vincenzi – accelerare gli iter burocratici, perché i drammatici eventi meteorologici di questi giorni testimoniano come siano ormai inaccettabili i lunghi tempi intercorrenti dalla progettazione alla realizzazione di un’ opera idraulica.

Contestualmente – conclude il Presidente A.N.B.I. – bisogna giungere al più presto all’approvazione della normativa contro il consumo indiscriminato del suolo e l’abbandono del territorio, concause del dissesto idrogeologico. Ancora oggi, secondo l’ISPRA, in Italia vengono occupati 70 ettari al giorno.”

“L’emergenza meteo, che sta colpendo l’Italia sollecita disparate dichiarazioni talvolta sibilline. Va invece detto con chiarezza che nelle aree a rischio idrogeologico o di esondazione dei fiumi, come le golene, non andava costruito neanche prima dei cambiamenti climatici in atto, rigettando qualsiasi ambiguità rispetto a temi come l’abusivismo ed i condoni edilizi oppure l’irresponsabilità di alcune scelte urbanistiche.”

A dichiararlo con determinazione è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.), cui fanno riferimento i circa 150 Consorzi di bonifica, enti di autogoverno ed esempio di federalismo applicato, rimasti l’unico presidio territoriale permanente.

“Le mappe del rischio idrogeologico esistono da anni, ma ben pochi le consultano: le amministrazioni pubbliche spesso le ignorano; i cittadini, quando decidono dove abitare, al massimo guardano il piano regolatore e debbono essere informati preventivamente sulle aree dove andranno ad abitare e lavorare”.

Conclude il Presidente A.N.B.I.: “E’ tempo davvero che ognuno si assuma le proprie responsabilità; i mutamenti climatici, che rendono inadeguata la rete idraulica italiana evidenziando la necessità di urgenti investimenti per la salvaguardia del territorio, ormai sono come la legge: non ammettono l’ignoranza.”

“Di fronte all’Italia allagata, che frana e che piange tre vittime in due giorni, c’è da chiedersi che fine ha fatto la legge contro il consumo indiscriminato di suolo, che fin dall’annuncio dell’allora Ministro, Catania, aveva raccolto il nostro consenso. Per questo, rinnovo l’appello lanciato agli Stati Generali contro il Dissesto Idrogeologico, affinchè i presenti, ad iniziare dal ministro, Galletti e dal sottosegretario, Delrio, si facciano parte attiva per approvare, in tempi rapidi, un provvedimento, che ostacoli la progressiva riduzione di suolo agricolo, aggravante di tutte le problematiche idrogeologiche.”

Lo chiede Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.), sottolineando che oltre alla variabilità climatica, con il conseguente regime di piogge intense più concentrate nello spazio e nel tempo, la responsabilità di quanto sta subendo il territorio italiano è anche da attribuire all’impetuosa urbanizzazione ed al disordine nell’uso del suolo.

Secondo l’ISPRA ogni secondo nel nostro Paese vengono occupati 8 metri quadrati di suolo (70 ettari al giorno). Va ricordata anche la forte pressione dell’impermeabilizzazione sulle risorse idriche. Un suolo può incamerare fino a 3.750 tonnellate di acqua per ettaro o circa 400 millimetri di pioggia. L’impermeabilizzazione riduce l’assorbimento di pioggia nel suolo, arrivando ad impedirlo completamente. Viceversa, l’infiltrazione di acqua piovana nei terreni fa sì che essa impieghi più tempo per raggiungere i fiumi, riducendo la portata e quindi il rischio di inondazioni.

L’ANBI ha più volte richiamato l’attenzione di Governo, Parlamento ed Istituzioni sulla diffusa fragilità del territorio del nostro Paese. Secondo dati del Ministero dell’Ambiente, sono 6.633 (82%) i comuni in pericolo per il dissesto idrogeologico; si tratta di una situazione di drammatica vulnerabilità.

Nei rapporti ufficiali vengono raccolti dati, che destano vivissima preoccupazione, se si considera che 6 milioni di persone abitano in un territorio ad alto rischio idrogeologico e 22 milioni in zone a rischio medio; si calcola che 1.260.000 edifici sono a rischio di frane ed alluvioni: 6.251 sono scuole mentre le strutture sanitarie sono 547. L’Italia è un Paese fortemente antropizzato con una densità media, pari a 189 abitanti per chilometro quadrato (in Francia: 114 abitanti; in Spagna: 89), ma con fortissime differenze nella distribuzione territoriale: ai 68 abitanti per chilometro quadrato della Sardegna si contrappongono i 379 abitanti per chilometro quadrato della Lombardia; la Campania arriva a 420 abitanti per chilometro quadrato. La fragilità del territorio è aggravata dall’intensa urbanizzazione.

Ne deriva la necessità di costanti ed organiche azioni di manutenzione, volte a garantire l’adeguamento e l’efficienza delle reti di deflusso idraulico; se è indispensabile intervenire in caso di emergenza, è altrettanto necessario agire preventivamente attraverso azioni e regole comportamentali, che determinino la riduzione del rischio idrogeologico.

“Il messaggio – conclude il Presidente A.N.B.I. – è meno emergenza, più prevenzione; la tutela ed il risanamento idrogeologico del territorio costituiscono priorità strategiche per garantire, al Paese, quelle condizioni territoriali indispensabili per la ripresa della crescita economica.”

 

"Nella volontà di voltare pagina dimostrata con la creazione della Struttura di Missione #italiasicura e con l'odierna organizzazione degli Stati Generali contro il Dissesto Idrogeologico, noi ci stiamo fino in fondo con il lavoro quotidiano, che i Consorzi di bonifica svolgono silenziosamente sul territorio."

Lo afferma Francesco Vincenzi, Presidente dell'Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.), intervenuto, a Roma, all'assise "Fuori dal fango!", promossa dalla Presidenza del Consiglio. "Nel segno dell'operatività, che ci caratterizza, chiediamo 3 cose – prosegue Vincenzi – Chiediamo la creazione di una cabina di regia per monitorare lo stato di avanzamento e l'effettiva realizzazione degli interventi necessari, per i quali, entro il 2015, dovranno essere spesi circa 2 miliardi e sarà stanziato annualmente 1 miliardo nei 7 anni a seguire.
Chiediamo poi una forte azione collettiva, affinchè venga approvata la legge contro l'indiscriminato consumo di suolo, causa dell'aumentato rischio idrogeologico. Infine, indichiamo l'utilizzo delle cooperative sociali nella manutenzione del suolo, giacchè ciò permetterebbe di accedere agli oltre 10 milioni di euro, disponibili sul Fondo Sociale Europeo di cui oltre 4 miliardi per l'occupazione sostenibile.

Ad inizio del nuovo anno – continua il Presidente A.N.B.I. – presenteremo il 6° Piano per la Riduzione del Rischio Idrogeologico che, nel 2014, prevedeva oltre 3.300 interventi per quasi 8 miliardi di euro, finanziabili con mutui quindicennali; iniziare un grande piano di prevenzione significherebbe non solo risparmiare vite umane, ma spendere 5 volte meno di quanto necessita poi per riparare i danni.A questo piano di prevenzione i Consorzi di bonifica già oggi partecipano con circa 600 milioni di euro, spesi annualmente per la manutenzione ordinaria di oltre 180.000 chilometri di canali e migliaia di opere idrauliche; queste risorse derivano dai tributi imposti a consorziati, unico esempio di federalismo fiscale applicato. I nostri impianti,
pur molto efficienti, con mirati investimenti sarebbero in grado di dare risposte ancora più efficienti di fronte alle mutate condizioni climatiche; per questo, sono necessari investimenti pubblici, che si tramuterebbero in posti di lavoro diretti e indiretti, perché sicurezza idrogeologica significa preservare il territorio, le sue genti e le sue bellezze, patrimonio inclonabile del
nostro Paese. Per far ciò – conclude Vincenzi - serve una nuova cultura, condizione prima per superare le pastoie burocratiche, nonché le cattive politiche, che hanno caratterizzato negli ultimi anni lo sviluppo del territorio."

 

"Parlando di gestione del territorio,giustificarsi indicando le indubbie lentezze burocratiche e le contraddizioni della politica, è esercizio doveroso, ma fine a se stesso. L'attuale Governo, con l'istituzione dell'Unità di Missione contro il Rischio Idrogeologico, impegnata a "sbloccare" risorse ferme nei meandri dei bilanci pubblici, ha dimostrato la volontà ad un cambio di passo, facendo del dissesto idrogeologico un'emergenza nazionale. Ora bisogna assumerne una coscienza collettiva perché, quanto accaduto a Carrara,dimostra come, anche quando ci sono le risorse, resta un problema di responsabilità,specchio di un Paese, che ha smarrito il senso dell'etica."

Lo afferma Massimo Gargano, Direttore Generale dell'Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.), a margine del convegno "Difesa del suolo e manutenzione del territorio", svoltosi a Napoli, presente anche il Responsabile Ambiente del Partito Democratico,Chiara Braga."Nell'alluvione di Carrara, provocata anche dalle mutate condizioni climatiche –
prosegue Gargano - paiono ormai evidenti responsabilità nella costruzione degli argini così come negligenze nella manutenzione idraulica; se così sarà accertato, non sarà questione né di risorse, né di iter burocratici,ma di responsabilità da individuare e colpire. Impegnarsi,perchè la consapevolezza della tutela idrogeologica diventi un patrimonio collettivo – conclude il Direttore Generale A.N.B.I. - è la condizione per contribuire a far passare questo Paese dalla logica della rendita a quella del reddito nel solco di quella cultura del fare nella legalità, che vede i Consorzi di bonifica protagonisti."

 

Articolo Corriere della sera 15 ottobre Sergio Rizzo